Vita di poeta by Robert Walser

Vita di poeta by Robert Walser

autore:Robert Walser [Walser, Robert]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Adelphi
pubblicato: 2023-11-27T23:00:00+00:00


DALLA VITA DI TOBOLD

Per dire la verità, entrai a quel tempo a servizio in un castello di cui era proprietario un conte. Era autunno.

A quanto mi ricordo, non lasciavo minimamente a desiderare in fatto di zelo, diligenza e attenzione. Tutti erano contenti di me. Da principio no, s’intende: nei primi tempi mi conducevo in modo un po’ goffo. È probabile, però, che a chiunque altro sarebbe capitato lo stesso.

Mi pare di rivedermi ancor oggi, ritto e compunto, nella bella sala da pranzo. Un buon domestico dev’essere l’incarnazione della posatezza e della sollecitudine insieme. Ritengo di aver adempiuto, coll’andar del tempo, tutto ciò che si pretendeva da me e di aver soddisfatto tutti gli obblighi ai quali dovevo far fronte. Mi rilasciarono un ottimo benservito.

Quanto al castello, era un gran bel posto. Per un semplice borghese è naturale che i castelli, solo per il fatto d’esser tali, abbiano un forte fascino. Santo cielo, quelle che fin allora avevo visto erano delle stanze più o meno gradevoli: ora invece il mio sguardo spaziava su dei saloni, e com’erano alti e sfarzosi!

Una bella sala si susseguiva all’altra. C’erano, per così dire, delle sale interne e delle sale esterne.

Nelle grandi case signorili è costume che i domestici, durante i pasti, se ne stiano immobili, in atteggiamento discreto ma sicuro di sé, dietro le sedie dei signori che pranzano. Questo è l’uso. Lo si può considerare come una regola di eleganza o di stile. In quei momenti stavo immobile come una statua, e un attimo dopo ero di nuovo tutto alacrità e attività.

Di quella sala da pranzo mi sembravano incantevoli le alte, eleganti porte a battenti, che all’avvicinarsi dei signori bisognava fossero aperte e subito dopo il loro ingresso accuratamente richiuse.

In tutto il vasto castello aleggiava un’aura di distinzione, certo derivante in primo luogo dal gran silenzio che regnava in ogni corridoio, in ogni ambiente. Anche il conte camminava a passi felpati; tanto più doveva farlo la servitù.

Il conte era una persona finissima. Snello e prestante, aveva un viso di genuina bruttezza aristocratica. Vederlo equivaleva a temere di dispiacergli.

Il maggiordomo, uomo estremamente sgarbato verso chiunque, tremava al solo udire da lontano la voce del conte, che aveva la durezza di quelle nate per comandare. Ma il conte era buono. Quando, a volte, l’osservavo di sottecchi, mi dava proprio un’impressione di grande bontà.

Era scapolo, circostanza di cui gli abitanti del paese si dolevano altamente.

Il paese era delizioso. Mi ci sentii subito come a casa, perché mi destava il ricordo dolcissimo dei paesi della mia terra. Credo che i paesi del mondo, più o meno, si assomiglino tutti. La strada principale o centrale era ricoperta di foglie gialle, e mi piaceva tanto, appena avevo un po’ di tempo libero, andare a sedermi nell’osteria «All’Imperatore di Germania», dove però la birra era molto scadente. Io tuttavia la bevevo con grandissimo gusto.

Le vecchierelle del paese somigliavano quasi come due gocce d’acqua alle donne della mia regione; così pure i modesti orticelli.

Del castello, posso dire che risaliva all’epoca della guerra dei Trent’Anni.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.